Venezia, città con lo sbocco sul mare, ha sempre manifestato un forte interesse a tessere relazioni con popolazioni di altri paesi costruendo un’ampia rete di scambi. In modo particolare dopo la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani (1453), Venezia diventò porto franco, luogo dove confluirono genti con diversi saperi che promossero fecondi sviluppi economici e significativi intrecci culturali.
Venezia, formatasi a sua volta sotto la spinta di una necessità di fuga dall’invasore, seppe accogliere e gestire le diverse opportunità che i nuovi profughi potevano offrire. In alcuni casi concesse loro di stabilirsi liberamente in città, in altri definì limiti o misure di controllo, lasciando tuttavia, nel lungo periodo di governo della Repubblica, ampi margini di integrazione. Venezia adottò una oculata diplomazia che permise ai “forestieri” di stabilirsi in città e di creare anche luoghi di aggregazione lasciando così a ciascuna Comunità la possibilità di assolvere funzioni di reciproca assistenza e di preservare abitudini, costumi, pratiche religiose. Ancora oggi le testimonianze della presenza degli “stranieri/forestieri” sono distribuite in diverse aree della città; le andremo a scoprire individuando le tracce ancora evidenti, ammirando gli edifici ancora in uso, facendo un’insolita esperienza.
Proposta di itinerario
Ci incontreremo sotto l’orologio della Stazione Ferroviaria per dirigerci in Lista di Spagna, nome derivato dalla presenza di spagnoli tra cui spicca la ricca famiglia Labia, che si fece costruire l’imponente palazzo, ora sede RAI-Tv , che conserva il ciclo di affreschi realizzato da Giambattista Tiepolo. Ci addentreremo nel Ghetto dei Giudei passando attraverso la porta un tempo sorvegliata da guardie cristiane e riconosceremo le zone a loro assegnate in tempi diversi: prima il Ghetto Nuovo, a seguire il Ghetto Vecchio, poi il Ghetto Nuovissimo. Avremo modo di individuare le sinagoghe e conoscere come vivevano gli ebrei condizionati dalle regole imposte dalla Serenissima.
Dopo aver lasciato la suggestiva area del Ghetto ci spingeremo verso campo San Marcuola (chi mai sarà? Lo scopriremo) per ammirare proprio lì di fronte, al di là del Canal Grande, un imponente edificio costruito nel Duecento come dimora privata, divenuto in seguito il Fontego dei Turchi, rimaneggiato nell’Ottocento e oggi sede del Museo di Storia Naturale.
Vi condurrò a vedere alcuni luoghi abitati dai tessitori di seta Lucchesi e alcune case abitate dai mercanti Armeni; vi sorprenderò in un campo appartato a raccontarvi la storia di figure di pietra che indossano esotici copricapi e che reggono tra le mani scrigni curiosi; e poi ancora un’antica casa-fontego con un insolito cammello messo lì di vedetta.
In questa zona era attiva la scuola dei Mercanti frequentata anche dagli armeni e accanto stava il Fontego degli Arabi. Insomma che dire: farete un percorso che incrocia le diverse culture tra oriente e occidente, che vi darà modo di accedere ad alcuni bàcari dove degustare i tipici cicchetti o i piatti della cucina veneziana, ma anche, per chi ama scoprire nuovi sapori, i piatti della cucina esotica.
Personalizzabile
Per chi lo desidera sarà possibile visitare l’interno della Chiesa della Madonna dell’Orto per ammirare i teleri di J. Tintoretto e le altre meravigliose opere realizzate da altri straordinari artisti tra i quali Cima da Conegliano e Tiziano Vecellio.
La Visita alla chiesa è su richiesta e prevede un biglietto di ingresso.
Questo itinerario è proposto da:
Donatella Gibbin – guida turistica
Abilitazioni: Italiano, Francese
Tel: +39335212249
Email: donatella.gibbin@goguide.it
P.IVA: 04526030277
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